martedì 4 febbraio 2014

Il cuculo

Cucüvizä - Il Cuculo
di Alberto Siega

   Imperterrita continua l'applicazione della legge per la minoranza slovena con la complicità della politica e dei suoi maggiori esponenti. 
Trieste, 29 nov - La presidente della Regione Debora Serracchiani ha firmato il decreto che individua gli enti gestori e concessionari dei servizi pubblici che, in base all'articolo 10 della legge 38/2001 (''Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli Venezia Giulia''), sono tenuti all'utilizzo dello sloveno nelle insegne pubbliche e nella toponomastica nell'area confinaria del Friuli Venezia Giulia, dove è storicamente presente questa comunità. Saranno così coinvolti nell'attuazione di tali misure: ANAS, Autovie Venete, Autostrade per l'Italia e FVG Strade; i gestori del TPL-Trasporto Pubblico Locale: Trieste Trasporti, SAF-Autoservizi FVG di Udine ed APT di Gorizia; RFI-Rete Ferroviaria Italiana, Trenitalia, Aeroporto FVG, Poste Italiane e la Rai.
   Imponendo di fatto una lingua estranea alle popolazioni della Slavia Friulana e di Resia.
    Continua l'annessione delle nostre terre al sistema sloveno senza tenere conto della volontà popolare e della loro storia, violando i loro diritti e la libertà di autodeterminazione scambiando la faziosità politica con l'identità per il solo tornaconto dei contributi elargiti copiosamente per le varie associazioni filoslovene.
    La storia si ripete come duecento anni fa, quando, anche allora, un gruppo di Kranzi (Cragnolini) abbagliati e illusi contribuirono a annientare lo stato della Carniola e la sua Lingua.
     Scriveva il Vescovo di Gorizia monsignor  Giuseppe Wallant (1820);
     Che i caporioni carniolini non s'accorgono che col cambiare il loro antico e vero nome di carniolini in quello di sloveni, essi  ed i loro connazionali vengono a rimanere, in qual modo, senza patria come gli zingari ed altri popoli nomadi, i quali soli non hanno nessun paese che porti il loro nome.
   Difatti, finché gli abitanti o provenienti dalla Corniola si chiameranno col loro vero e antico nome di Carniolini, avranno sempre una patria, cioè la Carniola; ma assumendo, come taluni tra loro pretendono, il nome nuovo di sloveni, con ciò stesso vengono a rimanere senza patria, poiché non esiste nessun paese che si chiami slovenscka o slovenia, o alcunché di simile;  a meno che non si voglia portare in campo la slavonia o la slovachia, due regioni situate nell'Ungheria le quali sono abitate da due nazioni diverse; cioè, la prima da Croati e la seconda da slovacchi, i quali, benché slavi di stirpe, hanno come i Carniolini lingua, grammatica e letteratura propria.
Perciò i Carniolini che hanno emigrato dal loro paese negli altri a quello confinanti, se vogliono conservare la loro nazionalità e patria, devono conservare anche il loro nome antico assieme alla loro lingua ma se cambiando nome pur conservando la loro lingua, vengono a rimanere senza patria, e sempre stranieri anche nel nuovo paese di dimora;

Un tanto, come il cuculo, che è noto per la sua peculiare caratteristica del parassitismo di cova che consiste nel deporre il proprio uovo all'interno del nido di altri uccelli: la femmina depone un solo uovo in ogni nido, le uova somigliano molto a quelle della specie "ospite". Alla schiusa, il piccolo del cuculo, con l'aiuto del dorso, si sbarazza delle altre uova presenti nel nido e non ancora schiuse, presentandosi quindi nel nido come l'unico ospite. I genitori adottivi vengono ingannati da questo comportamento e nutrono il cuculo come se fosse un proprio figlio.
Così anche  questi falsi profeti continuano a fare progredire questa fasulla identità pur essendo senza terra e senza lingua, se non artificiosa,  creata per imporre la propria volontà e usurpare ad altri  popoli la loro storia, cultura e lingua,  imponendo  loro la propria identità  anche se nulla hanno a che vedere con la storia slovena anzi; hanno avuto un percorso differente di storia come differente è la loro lingua.
    Come allora anche oggi, con l'intento di annettere un altro lembo di terra libera, che con determinazione vuole  mantenere le proprie identità, la propria cultura e la propria lingua e che in forma becera, la politica per meri interessi, continua come allora, ad  assecondare per allargare la propria giurisdizione.
     Così, come il Cuculo, anche i nostri “cuculi” illudono la popolazione con false promesse, per meri tornaconti e per scalate politiche, contribuendo a svilire la propria storia millenaria offendendo i propri Avi che con caparbietà, fatica e amore hanno difeso per oltre un millennio la propria Identità senza scendere a compromessi ne sotto il patriarcato di Aquileia, né sotto la repubblica di Venezia, né sotto il dominio Asburgico e nemmeno Napoleonico come non hanno recepito le direttive di Mussolini con le leggi  che  bandivano le parlate alloglotte. I cuculi, invece, che si adoperano a questi giochi camminano verso il giudizio  della Corte di Giustizia Universale della storia, la quale, darà loro la giusta ricompensa quali traditori del proprio popolo. 


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