Cucüvizä - Il Cuculo
di Alberto Siega
Imperterrita continua l'applicazione della
legge per la minoranza slovena con la complicità della politica e dei suoi
maggiori esponenti.
Trieste,
29 nov - La presidente della Regione Debora Serracchiani ha firmato il decreto
che individua gli enti gestori e concessionari dei servizi pubblici che, in
base all'articolo 10 della legge 38/2001 (''Norme a tutela della minoranza
linguistica slovena della regione Friuli Venezia Giulia''), sono tenuti
all'utilizzo dello sloveno nelle insegne pubbliche e nella toponomastica
nell'area confinaria del Friuli Venezia Giulia, dove è storicamente presente
questa comunità. Saranno così coinvolti nell'attuazione di tali misure: ANAS,
Autovie Venete, Autostrade per l'Italia e FVG Strade; i gestori del
TPL-Trasporto Pubblico Locale: Trieste Trasporti, SAF-Autoservizi FVG di Udine
ed APT di Gorizia; RFI-Rete Ferroviaria Italiana, Trenitalia, Aeroporto FVG,
Poste Italiane e la Rai.
Imponendo di fatto una lingua
estranea alle popolazioni della Slavia Friulana e di Resia.
Continua l'annessione delle nostre terre al
sistema sloveno senza tenere conto della volontà popolare e della loro storia,
violando i loro diritti e la libertà di autodeterminazione scambiando la
faziosità politica con l'identità per il solo tornaconto dei contributi
elargiti copiosamente per le varie associazioni filoslovene.
La storia si ripete come duecento anni fa,
quando, anche allora, un gruppo di Kranzi (Cragnolini) abbagliati e illusi
contribuirono a annientare lo stato della Carniola e la sua Lingua.
Scriveva il Vescovo di Gorizia
monsignor Giuseppe Wallant (1820);
Che
i caporioni carniolini non s'accorgono che col cambiare il loro antico e vero
nome di carniolini in quello di sloveni, essi
ed i loro connazionali vengono a rimanere, in qual modo, senza patria
come gli zingari ed altri popoli nomadi, i quali soli non hanno nessun paese
che porti il loro nome.
Difatti, finché gli abitanti o provenienti
dalla Corniola si chiameranno col loro vero e antico nome di Carniolini,
avranno sempre una patria, cioè la Carniola; ma assumendo, come taluni tra loro
pretendono, il nome nuovo di sloveni, con ciò stesso vengono a rimanere senza
patria, poiché non esiste nessun paese che si chiami slovenscka o slovenia, o
alcunché di simile; a meno che non si
voglia portare in campo la slavonia o la slovachia, due regioni situate
nell'Ungheria le quali sono abitate da due nazioni diverse; cioè, la prima da
Croati e la seconda da slovacchi, i quali, benché slavi di stirpe, hanno come i
Carniolini lingua, grammatica e letteratura propria.
Perciò i Carniolini che hanno
emigrato dal loro paese negli altri a quello confinanti, se vogliono conservare
la loro nazionalità e patria, devono conservare anche il loro nome antico
assieme alla loro lingua ma se cambiando nome pur conservando la loro lingua,
vengono a rimanere senza patria, e sempre stranieri anche nel nuovo paese di
dimora;
Un
tanto, come il cuculo, che è noto per la sua peculiare caratteristica del parassitismo
di cova che consiste nel deporre il proprio uovo all'interno del nido di altri uccelli: la
femmina depone un solo uovo in ogni nido, le uova somigliano molto a quelle
della specie "ospite". Alla schiusa, il piccolo del cuculo, con
l'aiuto del dorso, si sbarazza delle altre uova presenti nel nido e non ancora
schiuse, presentandosi quindi nel nido come l'unico ospite. I genitori adottivi
vengono ingannati da questo comportamento e nutrono il cuculo come se
fosse un proprio figlio.
Così
anche questi falsi profeti continuano a
fare progredire questa fasulla identità pur essendo senza terra e senza lingua,
se non artificiosa, creata per imporre
la propria volontà e usurpare ad altri
popoli la loro storia, cultura e lingua,
imponendo loro la propria
identità anche se nulla hanno a che
vedere con la storia slovena anzi; hanno avuto un percorso differente di storia
come differente è la loro lingua.
Come allora anche oggi, con l'intento di
annettere un altro lembo di terra libera, che con determinazione vuole mantenere le proprie identità, la propria
cultura e la propria lingua e che in forma becera, la politica per meri interessi,
continua come allora, ad assecondare per
allargare la propria giurisdizione.
Così, come il Cuculo, anche i nostri
“cuculi” illudono la popolazione con false promesse, per meri tornaconti e per
scalate politiche, contribuendo a svilire la propria storia millenaria
offendendo i propri Avi che con caparbietà, fatica e amore hanno difeso per
oltre un millennio la propria Identità senza scendere a compromessi ne sotto il
patriarcato di Aquileia, né sotto la repubblica di Venezia, né sotto il dominio
Asburgico e nemmeno Napoleonico come non hanno recepito le direttive di
Mussolini con le leggi che bandivano le parlate alloglotte. I cuculi,
invece, che si adoperano a questi giochi camminano verso il giudizio della Corte di Giustizia Universale della
storia, la quale, darà loro la giusta ricompensa quali traditori del proprio
popolo.
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